La VI domenica di Quaresima nell’antica liturgia campana
- Ufficio Liturgico
- 28 mar 2023
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Aggiornamento: 30 mar 2023
Si sta per avvicinare la Domenica delle Palme, che darà inizio alla Settimana Santa, in cui faremo memoria, e rivivremo nei riti di introduzione, l’accoglienza di Gesù a Gerusalemme delle folle festanti. Tuttavia il rito della benedizione delle ramoscelli di ulivo entra solo in un secondo momento nella liturgia di questa domenica.
Negli antichi capitolari napoletani (per es. nell’Evangeliario detto di S. Cuthbert, inizi VIII sec.) e nel Lezionario di Capua (risalente al vescovo Vittore, metà VIsec.), la sesta domenica di Quaresima non aveva nessun riferimento alle “palme”, anzi veniva chiamata «Dominica de indulgentia». Per lo storico della liturgia Mario Righetti L ’espressione sembra alludere alla vicina riconciliazione dei penitenti o, meglio, al fatto che si permetteva ai condannati di uscire dalle prigioni per prepararsi alle celebrazioni pasquali.
Infatti, fu Valentiniano il primo imperatore a concedere un’amnistia plenaria in occasione di una festività liturgica. La legge fu emanata nel 367, in occasione della Pasqua di quell’anno (ob diem paschae): non aveva limiti di spazio e si estendeva a tutti i carcerati, indipendentemente dalla religione, ma non coinvolgeva quelli che si erano macchiati di lesa maestà, stregoneria, adulterio, rapimento e omicidio. Sappiamo inoltre che a partire dal 371 l’amnistia (indulgentia appunto) iniziò a essere concessa tutti gli anni, qualche giorno prima di Pasqua: non è improbabile che essa venisse promulgata proprio la domenica delle Palme, per permettere ai prigionieri cristiani di partecipare alle funzioni della Settimana Santa. L’attesa fervente della Pasqua, la predicazione quaresimale che insisteva non solo sul cambiamento di vita ma anche sul perdono cristiano, costituirono il clima favorevole per la nascita e il prolungamento nel tempo di una legge imperiale, che si rivelò utile anche per risolvere problemi concreti come l’affollamento delle carceri, lo snellimento dei processi e la riduzione degli abusi di incarcerazione.
don Vito Cucca (docente di Liturgia)
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