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QUARESIMA 2023 - “In Lui sorgente che zampilla per la vita eterna”


Nel cammino sinodale che ci coinvolge tutti, ci viene incontro quest’anno, provvidenzialmente, il tempo santo della Quaresima, con la sua indole battesimale particolarmente accentuata dalla Liturgia della parola dell’An- no A. I brani evangelici che nei secoli hanno accompagnato i catecumeni nell’ultima fase della loro preparazione prima di ricevere il battesimo nella Veglia pasquale, accompagneranno anche noi a riscoprire la Sorgente, a ritrovare il Battesimo che è all’origine del nostro essere Chiesa.

Non è infatti semplicemente una nostra decisione appartenere alla Chiesa né la nostra appartenenza può ridursi a un fatto funzionale o sociologico: essere Chiesa è un dono, è essere uniti nell’amore di Cristo in un solo cor- po e in un solo spirito. Essere Chiesa è una grazia e la sinodalità è questa consapevolezza che si traduce nelle nostre relazioni fraterne.

Ogni domenica di Quaresima, allora, ci sarà dato di compiere un passo per ritrovare la Sorgente e rinnovare la comunione.

Nella I Domenica potremo ritrovare il nostro nome cristiano, anzi, sceglier- lo di nuovo rinunciando, insieme a Gesù nel deserto, a tutto ciò che gli è contrario e abbracciando ciò che gli è conforme.

Nella II Domenica, obbediremo, come i discepoli sul Tabor, alla voce del Padre che ci invita ad ascoltare il Figlio suo. La Parola di Dio genera la Chiesa e noi alla vita incorruttibile dei figli di Dio.

Nella III domenica, insieme alla Samaritana, ci lasceremo condurre da Ge- sù all’acqua che zampilla per la vita eterna. Il Battesimo nell’acqua e nello Spirito, che tutti abbiamo ricevuto, ci invia nel quotidiano testimoni di una nuova possibilità di vita. Nella IV domenica potremo accogliere, con il cieco nato, il dono di una Lu- ce che si fa strada tra le nostre tenebre e ci permette di riconoscere Gesù come Salvatore e in lui, riconoscerci figli della luce, salvati e perdonati, capaci di autentici incontri, di vera comunione.

Nella V Domenica, posti con le sorelle di Lazzaro di fronte alla tomba chiu- sa e alla paura della morte, causa ultima di ogni nostra chiusura e paura,, potremo finalmente lasciarci coinvolgere dalle energie della Pasqua, dalla vita risorta di Cristo che ci incoraggia a donare la vita nella certezza di ritrovarla per sempre.

Entreremo così nella grande e santa Settimana, nei giorni in cui il dono pasquale di Cristo ci raduna dalle nostre dispersioni e fa di noi il popolo che cammina nella carità, amandoci come il Signore ci ha amati.


I settimana

Matteo 4, 1-11

Con Gesù, “Sorgente per il bene”

In principio la Parola

Lectio Divina, Centri di Ascolto della Parola


II settimana

Matteo 17,1-9

Con i discepoli, “Sorgente per la quotidianità”

La Parola si fa carne

Adorazione Eucaristica “Quarantore”


III settimana

Giovanni 4, 5-42

Con la donna Samaritana, “Sorgente di verità”

Convertiti dalla Parola

Liturgia Penitenziale Comunitaria


IV domenica “Laetare”

Giovanni 9, 1-41

Con il cieco nato, “Sorgente di fiducia”

• Celebrazione comunitaria dell’Unzione degli Infermi

• 24ore per il Signore (24-25 marzo)

•Esercizi Spirituali alla Parrocchia

V domenica

Giovanni 11, 1-45

Con Lazzaro, “Sorgente di vita”

• “Statio” diocesana con il nostro Vescovo Mercoledì 29 marzo - ore 19:00 Basiliche Paleocristiane di Cimitile

•Via Crucis cittadina

La Parola testimoniata nella carità

Gesti concreti di solidarietà


Domenica delle Palme “de Passione Domini”

Matteo 27, 27-38

Con Simone di Cirene, “Sorgente di prossimità”


Giovedì Santo “in coena Domini” Giovanni 13, 1-15

Con Pietro, “Sorgente di servizio”


Venerdì Santo “in Passione Domini” Giovanni 19, 25-30

Con Giovanni, “Sorgente di fedeltà”


Domenica di Pasqua “in Resurrectione Domini” Giovanni 20, 1-18

Con Maria di Magdala, “Sorgente di gioia”


Domenica di Pentecoste

Giovanni 20,19-23

Con gli apostoli, “Sorgente per la missione”



La sete che Dio ha di noi è già promessa di dono, di acqua. Ma che cos’è questo “dono di Dio” che Gesù ci invita a conoscere e desiderare? È innanzitutto lo

Spirito Santo: acqua viva che zampilla per la vita eterna! È bello pensare che le parole di Gesù, che invita la Samari- tana a chiedere l’acqua della vita, sono state all’origine della nostra vita cristiana, riecheggiando nel dialogo ini- ziale dei Riti di accoglienza del battesimo, dove il dono richiesto è proprio la grazia della vita eterna.

La Quaresima è tempo di domande, tempo di memoria, tempo di riscoperta del dono d’amore e vita ricevuto nel Battesimo, tempo di tirare dal pozzo il secchio: nell’acqua e nella luce. Tempo nel quale “Dio ha sete che si abbia sete di Lui”.

Il Tempo Quaresimale ci viene incontro propizio, presen- tandoci tre incontri di Gesù: con la Samaritana, appunto; con il Cieco nato e con Lazzaro, tre incontri che possiamo rileggere alla luce della richiesta di Gesù: “dammi da be- re”, richiesta che risentiremo al termine del percorso qua- resimale, sulla croce: “Ho sete!”.

Come Gesù incontra i tre personaggi presentati dai Vangeli, anche noi sentiamo l’urgenza di renderci presenti nella sete e nella storia di tanti nostri fratelli e sorelle che vivono soffo- cati delle abitudini o delle delusioni (come la Samaritana), mendicanti ai margini della storia (come il Cieco nato), o chiusi nel sepolcro della rassegnazione (come Lazzaro).

Sia per noi, questo tempo di Quaresima, tempo di conver- sione, di accoglienza, di misericordia.



IL POZZO E LA CROCE


L’episodio della Samaritana rappresenta uno dei più antichi simboli battesimali.

La donna di Samaria, eretica per gli ebrei, incontra Ge- sù al pozzo, luogo dell’amore e simbolo di unione spon- sale. Lo Sposo Cristo incontra l’umanità Chiesa, immer- sa nell’oscurità del peccato e le offre la luce della sua “ora”, cioè della sua croce.

Il riferimento alla passione è, infatti, implicitamente contenuto nella menzione del mezzogiorno, ora nella quale il Salvatore affisso sulla croce dirà: “Ho sete”. Qui al pozzo di Giacobbe, secondo i padri della Chiesa, Cristo ebbe sete della fede della Samaritana, ovvero dell’Umanità-Sposa.

Un’antica testimonianza di questa rilettura del Vangelo la troviamo già nel 4 secolo nella Cattedrale Panagia Ekatontapyliani (ovvero: 100 porte) in Paroikia sull’isola di Paros. Il battistero, che nei secoli ha assunto varie forme, ha qui, la forma della croce.

La vasca della purificazione e della sepoltura con Cristo si carica del simbolo veterotestamentario dei quattro fiumi che, uscendo dal centro del Giardino (dall’Eden) santificano la terra. I quattro fiumi, sigillati nell’Eden dopo il peccato di Adamo ed Eva, ricompaiono sulla croce significati nelle piaghe del Salvatore.

Per questo motivo (quello di una rilettura battesimale) gli ortodossi chiamano l’anonima donna di Samaria la Santa Fotina (Aghia Photina) ovvero la Santa Illuminata. Così infatti erano chiamati i neo battezzati: illuminati.

Il simbolo, nell’arte, ha una lunga storia perché, dal IV secolo, lo ritroviamo intatto nel XII secolo a Venezia nei mosaici della Cattedrale di San Marco. Qui, immersa nell’oro, la Samaritana dialoga con Cristo: fra loro sta un pozzo quadrilobato (la croce più il cerchio simbolo di eternità) dietro al quale si innalza un albero (quello della vita) con tre rami, simbolo della Trinità.

Anche sul Monte Athos, un affresco del XIII secolo ci regala il ritratto di Santa Fotina (dal greco photos, luce appunto). La santa, nel buio della sua esistenza, scopre una luce diversa da quella del mezzogiorno con il sole allo zenit, scopre la Vera Luce che siede sul borde del pozzo, punto più profondo e opposto al sole, quindi il nadir, luogo di oscurità. La Samaritana è, per così dire, la donna post-contemporanea cui Gesù, affida sorpren- dentemente se stesso e il suo Mistero. Infatti, dopo l’episodio del battesimo, questa è la prima rivelazione di Cristo del Mistero Trinitario: né in Gerusalemme né su questo monte si adora il Padre. I veri adoratori lo adoreranno in spirito e verità. Nell’affresco del Monte Athos Cristo, seduto sul monte degli antichi padri elen- ca con le dita il numero delle persone divine tenendo però le dita bene compatte significando così il Mistero delle tre persone nell’unica sostanza divina. Questa verità è, insieme al Cherigma, il breve credo dei catecu- meni. Tra il monte e Gerusalemme ecco il pozzo con la forma della croce. È la fonte dalla quale sgorgherà l’ac- qua viva che, fin d’ora, è in grado di illuminare lo sguar- do della Samaritana. Questa donna scelta da Gesù per una grande rivelazione nonostante il suo vissuto chiac- chierato, rappresenta l’Umanità-Sposa, la quale per quanto immeritevole di amore riceve gratuitamente l’acqua della vita.

Si rivela così un’altra caratteristica del Battesimo quella della Sponsalità. Unita a Cristo sposo la nostra Umanità partecipa della divinità dello Sposo: diventando uno con Cristo nella sua morte, ella risorgere a vita nuova nella grazia della vita trinitaria. La Samaritana poi, risa- nata dall’acqua viva del Cristo corre all’annuncio, lascia la sua brocca stanca e diventa testimone della sorgente viva del battesimo, frutto della croce.

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